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Firmato il Patto per la crescita delle imprese e politiche salariali

Sostenere lo sviluppo economico del Trentino rendendo più competitive le realtà produttive e le imprese locali, stimolare la promozione di relazioni più solide tra sindacati e imprese favorendo nuovi investimenti sul capitale umano e migliorare i salari e la qualità lavorativa attraverso un’efficace contrattazione di secondo livello. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi del Patto per la crescita delle imprese e politiche salariali, sottoscritto presso la sede dell’Assessorato allo sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia autonoma di Trento dall’assessore Achille Spinelli e dai rappresentanti di Federazione trentina della cooperazione, Confartigianato-Associazioni artigiani del Trentino, Confindustria Trento, Associazione albergatori e imprese turistiche della provincia di Trento (Asat), Confcommercio imprese per l’Italia-Trentino, Confesercenti del Trentino, Associazione trentina dell’edilizia (Ance Trento), Cgil, Cisl e Uil del Trentino.

“Siamo partiti a settembre 2023 con la nostra piattaforma unitaria per lo sviluppo del Trentino alla vigilia delle elezioni provinciali. Constatiamo che grazie ad impegno, coerenza e responsabilità siamo riusciti a portare alcune delle nostre istanze nella discussione con la giunta e le parti datoriali, arrivando all’apertura di un tavolo formale che è arrivato finalmente a conclusione con un protocollo d’intesa che contiene anche alcune delle nostre priorità, che per noi restano punti fermi di riferimento anche per il proseguo del confronto. Ora la scommessa, infatti, è tradurre impegni e buone intenzioni in azioni concrete”.

Unitariamente con Cgil e Uil abbiamo posto l’accento su quattro fondamentali questioni. La prima riguarda il rilancio della contrattazione come strumento per alzare i salari, recuperare la produttività e favorire la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, cresciuta in questi anni nella manifattura, e l’aumento di redditività prodotto nei servizi, in particolare nel turismo.

L’altra questione dirimente sono le politiche industriali, che devono essere orientate a sostegno della crescita e della qualità del lavoro, con particolare attenzione all’occupazione di donne e giovani. Su questo punto abbiamo chiesto che gli incentivi siano sempre selettivi. Un punto su cui si è raggiunta un’intesa parziale. La Giunta ha aperto ad uno sconto Irap per le imprese che valorizzano la contrattazione, ma non ha accettato di superare il meccanismo degli incentivi a pioggia.

Ulteriore tema centrale quello del lavoro in appalto ed esternalizzato, in cui si annidano profonde sacche di lavoro povero e marginalizzato. Il protocollo, grazie al pressing sindacale, prevede dei vincoli sugli affidamenti legati alla contrattazione di secondo livello per migliorare le condizioni di lavoro e la retribuzione di questi addetti.

Ultimo tema la formazione e la valorizzazione delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori quali strumento indispensabile per affrontare le sfide imposte dalla trasformazione ecologica e digitale. Non è stato ottenuto un vero e proprio piano straordinario, ma c’è comunque l’impegno a valorizzare la formazione continua.

Il protocollo non affronta invece tutte le questioni relative al welfare per le famiglie, dall’Icef alla sanità, dalla casa all’invecchiamento. Temi che per il sindacato restano comunque centrali per sostenere compiutamente il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori.

“Con il Patto sui salari si definisce un punto di partenza di un percorso che dovrà produrre, è il nostro auspicio, effetti concreti e duraturi. Per raggiungere questo obiettivo ci aspettiamo anche nelle controparti, Giunta e Imprese, forte senso di responsabilità e coerenza agli impegni assunti sulla carta. Per quanto ci riguarda già con settembre le categorie lavoreranno a piattaforme rivendicative coerenti con i contenuti del Patto e ci aspettiamo di poter aprire una produttiva stagione di confronto”.

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